Secondo un rapporto pubblicato dal sindacato italiano UIL, circa un milione di studenti non italiani studiano nelle scuole italiane.
In Italia, circa un milione di studenti – l’11% di tutti gli scolari – non hanno la nazionalità italiana.
È quanto emerge dal rapporto sull'anno accademico 2022-2023 redatto dalla Uil sezione scuola.
I dati del Ministero dell'Istruzione indicano un aumento rispetto allo scorso anno quando gli studenti “stranieri” erano 865.388.
Un terzo degli alunni “stranieri” frequenta la scuola primaria
L’Italia non concede automaticamente la cittadinanza ai bambini nati nel Paese da genitori non italiani.
Il processo di cittadinanza è complicato per coloro che sono nati nel Paese e vi hanno vissuto e lavorato – anche per decenni – e le richieste iniziali vengono spesso respinte.
Sono quindi ufficialmente considerati “stranieri” questi bambini che parlano italiano fin dalla nascita, anche se non vivono in un altro Paese.
I loro figli, tranne in determinate circostanze, non possono acquisire la cittadinanza.
La quota maggiore – circa il 32% – di questi studenti “stranieri” frequenta la scuola primaria tra i 6 e gli 11 anni. Al secondo posto, con il 21%, ci sono gli studenti delle scuole secondarie di età compresa tra i 14 e i 19 anni. .
Seguono gli 11 ei 14 anni con il 18% nelle scuole secondarie di primo grado e l'11% negli asili nido.
Maggioranza nel Nord Italia
Le scuole pubbliche del Nord Italia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia e Liguria accolgono più della metà di questi studenti: il 62,7%. Con il 24% del totale degli studenti “stranieri”, la Lombardia è la regione più alta d'Italia.
Nel Centro Italia, le regioni Toscana, Umbria, Marche e Lazio ne accolgono il 22%.
Nel Mezzogiorno le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna rappresentano il 15% del totale.
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