Tall ship per il giro del mondo del ‘Made in Italy’ per promuovere l’identità nazionale | Italia

Una nave alta che prende il nome dall’esploratore italiano Americo Vespucci si imbarcherà in un viaggio di due anni mentre il governo conservatore italiano pone la promozione del cibo e del vino del paese al centro di un’espressione nazionalista dell’identità italiana.

Il ministro della Difesa Guido ha detto che la nave militare, costruita nel 1930 e definita “la nave più bella del mondo”, salperà il 1° luglio “made in Italy e per portare nel mondo le eccellenze del nostro Paese”. Crocetto.

“Le forze armate sono sul campo per proteggere il patrimonio culturale ed economico italiano”, ha aggiunto Croceto.

A una fiera del vino italiano a Verona la scorsa settimana, alla presenza del primo ministro Giorgia Meloni e di altri alti ministri, ha posato per un selfie sorseggiando la bevanda che Meloni ha descritto non solo come un evento economico. “Una parte fondamentale della nostra identità”.

Quasi sei mesi dopo essere salito al potere, le caratteristiche nazionaliste del suo governo cominciano a venire alla ribalta.

Alcuni giorni prima della fiera del vino, Meloni ha lanciato l’idea di una scuola del “Made in Italy” dopo che il governo ha approvato un disegno di legge che vieta il cibo coltivato in laboratorio, compresa la carne artificiale. Nonostante molti studi evidenzino i notevoli benefici ambientali che gli alimenti a base di cellule possono apportare, il Ministro delle Politiche agricole e della Sovranità Alimentare, Francesco Lolloprigida, ha affermato: “I prodotti di laboratorio, a nostro avviso, non garantiscono la qualità, il benessere e la tutela del nostro cultura. Il nostro patrimonio.”

Il cibo, a lungo utilizzato dai partiti di destra italiani come simbolo di identità culturale, non è l’unica cosa che il governo ritiene sia minacciata. Insoddisfatto delle parole inglesi come “smart-working”, “manager” o “babysitter” che inquinano la lingua italiana, Fabio Rambelli, deputato di Fratelli d’Italia di Meloni, partito con radici neofasciste, ha proposto una legge che vieti l’uso dell’inglese. I regolamenti ufficiali sulle comunicazioni sono soggetti a multe fino a € 100.000 (£ 88.000) per i trasgressori. La proposta ha echi del passato fascista italiano, con alcuni critici che la paragonano al programma di “restauro linguistico” di Benito Mussolini volto a preservare la lingua italiana.

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Resta da vedere se il piano di Rambelli si realizzerà, ma il clamore che lo circonda e l’attenzione al Made in Italy hanno distratto da questioni più ampie.

“La costruzione dell’identità è tipica della proprietà, anche se non è solo una cosa italiana”, ha detto Emiliana de Blasio, docente di sociologia alla Louis University di Roma. “Comunque io vedo molta comunicazione e poca sostanza. Per esempio l’idea della Meloni per una scuola Made in Italy non è poi così male, ma che ne dici di migliorare le scuole e dare prestigio agli insegnanti meno pagati d’Europa – prima?”

De Blasio ritiene che l’attenzione al “Brand Italia” sia più un segno della posizione ideologica del governo che un tentativo di bloccare il progresso.

Sofia Ventura, docente di politica all’Università di Bologna, ha dichiarato: “È una cosa sacra e un valore promuovere l’Italia nel mondo… Ma la gente intorno alla Meloni ha questa ossessione per l’Italia, che viene da un mondo. A forte senso di competizione.La proposta Rambelli è assurda… Però la sua sezione non vuole turbare il sentimento del partito o di una certa fascia di elettori, quindi giocano a questo gioco ambiguo.

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