ROMA – A dimostrazione che i messaggi del Vaticano sono difficili da comprendere senza comprendere il contesto e il contesto italiano, Papa Francesco ha emanato questa settimana un nuovo decreto che introdurrebbe un sistema di responsabilità civile per giudici e pubblici ministeri che esiste in Italia dal 1988. .
Tra le altre cose, il nuovo sistema potrebbe teoricamente essere utilizzato da uno o più dei nove imputati nel recente “processo del secolo” del Vaticano, che ha coinvolto un controverso affare immobiliare a Londra da 400 milioni di dollari. Tra i condannati c'era il cardinale italiano Angelo Pequi, un ex capo pontificio che da tempo aveva proclamato la sua innocenza.
La maggior parte delle notizie in lingua inglese si riferiscono al 19 aprile motu proprioUn decreto emanato su iniziativa personale del papa ne evidenzia le norme relative all'età pensionabile dei giudici laici (75) e dei giudici cardinali (80), anche se in entrambi i casi il papa può estendere il loro mandato, e i giudici in pensione ricevono le pensioni vaticane.
Dal punto di vista italiano, ciò che è più interessante del nuovo decreto è una disposizione che consente al governo della Città del Vaticano di citare in giudizio i danni causati dall'azione ingiusta di un giudice o di un avvocato (entrambi chiamati “giudici” in italiano). , può quindi agire contro il singolo giudice o avvocato che ha causato il danno.
L’idea è quella di impedire l’azione penale diretta per proteggere l’indipendenza dei magistrati, ma allo stesso tempo creare un meccanismo attraverso il quale il governo possa essere ritenuto responsabile della cattiva amministrazione della giustizia.
Come ha osservato la giornalista italiana di lunga data Maria Antonita Calabro in un articolo del 19 aprile per HuffPost, le disposizioni sulla responsabilità civile contenute nel decreto papale si basano su misure adottate in Italia nel 1988 dopo un referendum nazionale del 1987. Immunità assoluta da negligenza giudiziaria. Il referendum passò con l'80,2% dei voti e portò l'anno successivo all'adozione di una nuova legge sulla responsabilità civile.
Il movimento per la responsabilità civile è nato in Italia in risposta al famoso caso di Enzo Tortora, un popolare personaggio televisivo, che fu riconosciuto colpevole di camorra e traffico di droga nel 1985 e condannato a dieci anni di carcere. Testimonianze di ex gangster accusati diventati informatori e testimoni di stato.
La condanna di Tortora fu infine annullata su tutti i fronti dalla Corte Suprema italiana nel 1987, e la credenza popolare diffusa era che il presentatore televisivo fosse un mafioso agli ordini di giudici e pubblici ministeri corrotti.
La legge del 1988 è stata modificata nel 2015, allineandola al diritto comunitario sulla responsabilità civile dei giudici, specificando che le accuse di abuso di giustizia devono basarsi sull'accertamento di “negligenza grave” e di “violazione manifesta” delle norme italiane o europee. legge. , in cui lo Stato risarcisce la vittima, dopodiché si può procedere contro il magistrato.
Secondo i termini del decreto papale, le stesse regole si applicano ora ai magistrati vaticani. Si afferma inoltre che il Vaticano coprirà le spese di difesa di un giudice o di un avvocato qualora si presentasse tale accusa.
Come ivi affermato motu proprioUn'azione legale contro lo Stato per cattiva condotta giudiziaria può essere presentata solo se la parte presumibilmente lesa ha esaurito tutti i diritti di ricorso, incluso quello davanti alla Corte Suprema del Vaticano.
Se un magistrato viene giudicato colpevole, anche se più di uno dei soggetti ha commesso reati scorretti, la responsabilità può arrivare fino alla metà del suo stipendio annuo: questo è in linea con la legge italiana ed europea.
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