Di Angelo Amante
ROMA (Reuters) – Il primo ministro italiano Giorgia Meloni e i massimi ministri hanno sostenuto lunedì una proposta di riforma costituzionale per eleggere direttamente il primo ministro, nel tentativo di porre fine all’instabilità politica di lunga data del Paese.
Meloni ha fatto della riforma costituzionale un’agenda politica chiave della sua coalizione di destra dopo aver vinto il potere nel settembre dello scorso anno.
L’Italia ha avuto quasi 70 governi dalla seconda guerra mondiale, il doppio del numero di Gran Bretagna e Germania. Fino al 2016, i ripetuti sforzi per creare un sistema più solido hanno sempre vacillato in mezzo a una miriade di visioni contrastanti.
Funzionari governativi hanno affermato che le coalizioni di riforma proposte dovrebbero schierare candidati alle primarie alle elezioni nel tentativo di aumentare la stabilità creando un legame più forte tra il governo e l’elettorato.
Il governo intende inoltre modificare la legge elettorale per garantire che le elezioni producano maggioranze applicabili, evitando i parlamenti sospesi emersi dalle votazioni nel 2013 e nel 2018, hanno affermato due delle fonti.
Un altro ramo della stessa serie di risorse mira a prevenire cambiamenti permanenti nella composizione delle coalizioni di governo, rendendo difficile per i partiti di opposizione raggiungere la maggioranza se il primo ministro eletto non può continuare.
“Abbiamo raggiunto un accordo sul disegno di legge, che sarà discusso nel prossimo consiglio dei ministri”, ha detto ai giornalisti il vice primo ministro e capo del partito co-governante Forza Italia, Antonio Tajani, dopo un incontro con i massimi leader della coalizione.
Secondo quanto riferito, venerdì si terrà la riunione del gabinetto.
I principali partiti di opposizione di sinistra, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico (PD), hanno affermato che si sarebbero opposti ai piani di riforma poiché mettevano a repentaglio i controlli e gli equilibri della costituzione del 1948 creata dopo la dittatura di Benito Mussolini.
Altri partiti di opposizione sono apparsi più disposti a collaborare.
Matteo Renzi, che si è dimesso dalla carica di primo ministro dopo il fallimento delle riforme nel 2016, ha affermato che il suo piccolo partito centrista Italia Viva è pronto a sostenere le elezioni dirette per il primo ministro.
I partiti di sinistra e di destra negoziano per formare un governo ogni volta che nessuno dei due partiti riesce a ottenere la maggioranza in entrambe le camere del parlamento. Non è necessario che il Primo Ministro sia un politico eletto.
Qualsiasi modifica alla costituzione richiederebbe una maggioranza di due terzi in entrambe le camere del parlamento, cosa difficile data la natura controversa della politica italiana. In caso contrario, può essere approvato tramite referendum.
(Segnalazione di Angelo Amante; Montaggio di Gavin Jones e Jonathan Otis)
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