Il governo del primo ministro italiano Giorgia Meloni ha detto alla Cina che si ritirerà formalmente dalla Belt and Road Initiative, un nuovo colpo alle ambizioni di Pechino di espandere il suo massiccio piano di investimenti.
L’accordo “non ha prodotto i risultati desiderati” e non è più “una priorità”, ha detto mercoledì il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un evento a Roma ospitato da Newswire Adchronos. I paesi che non fanno parte dell’accordo “hanno ottenuto risultati migliori”, ha aggiunto.
L’Italia, come gran parte dell’Europa, si trova nel mezzo mentre aumentano le tensioni tra Washington e Pechino, ulteriormente esacerbate dal sostegno della Cina alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. L’annuncio arriva mentre i leader dell’UE si recano in Cina per segnalare che il tempo per Pechino sta per scadere per affrontare una lunga lista di lamentele economiche.
I paesi europei stanno lottando per bilanciare la volontà di impegnarsi con la Cina sul commercio e sugli investimenti, mentre si oppongono alla coercizione economica, alle preoccupazioni sui diritti umani e ai rischi di un’eccessiva dipendenza dalle merci provenienti dalla Cina.
La partecipazione dell’Italia, iniziata nel 2019, sarebbe dovuta scadere il 22 marzo e l’Italia aveva tempo fino alla fine dell’anno per decidere se rinnovarla.
Abbandonare il piano della Cina di costruire infrastrutture ed espandere la propria influenza in Asia, Africa ed Europa orientale rischia di far arrabbiare Pechino. L’ambasciatore cinese in Italia, Jia Guit, ha avvertito che ci saranno “conseguenze negative” se l’Italia “deciderà di ritirarsi in modo irresponsabile”.
Tajani ha assicurato che Roma vuole continuare a rafforzare le relazioni bilaterali tra i due Paesi.
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