L'Italia convoca l'ambasciatore ungherese dopo che sono emerse le foto di una donna italiana legata nel tribunale di Budapest

L'Italia ha condannato fermamente il trattamento riservato dalle autorità ungheresi a Ilaria Salis, una donna italiana di 39 anni incatenata in un tribunale di Budapest.

La Sallis è sotto processo in Ungheria con l'accusa di aver attaccato i neonazisti e le sue immagini, ampiamente condivise dai principali giornali italiani, hanno suscitato indignazione. L'Italia ha invitato ufficialmente l'ambasciatore ungherese a esprimere le proprie preoccupazioni.

La signora Challis, un'insegnante di Monza vicino a Milano, è stata arrestata nel febbraio dello scorso anno dopo aver preso parte alla protesta annuale “Giornata della Dignità” contro una manifestazione neonazista a Budapest.

Affronta tre tentativi di aggressione ed è accusato di essere associato a un'organizzazione di estrema sinistra.

La signora Challis nega le accuse, che prevedono una pena detentiva fino a 11 anni.

Nelle foto la si vede in tribunale in catene con mani e piedi legati.

“Mi sembra che questa volta si sia esagerato”, ha detto alla radio RAI il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. “Trattare un detenuto in questo modo sembra davvero inappropriato e non al passo con la nostra cultura legale.”

L'avvocato ha detto che la signora Challis era venuta in Ungheria “per effettuare attacchi rapidi contro persone ritenute di estrema destra che potrebbero causare gravi lesioni”.

Il suo caso è venuto all'attenzione dopo che suo padre, Roberto Salles, ha parlato pubblicamente delle dure condizioni della sua detenzione.

“Siamo nell'UE e i diritti dei cittadini devono essere rispettati”, ha affermato Tajani. Ha raccomandato che la donna fosse posta agli arresti domiciliari piuttosto che in prigione.

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Challis dovrebbe comparire in tribunale il 24 maggio.

Nel frattempo, una petizione online che chiede il suo ritorno in Italia ha ottenuto un enorme sostegno, raccogliendo più di 90.000 firme.

L'avvocato della signora Salis ha accusato il sistema giudiziario ungherese di essere “estremamente repressivo” e ha affermato che è “molto difficile essere ottimisti” sull'esito del processo.

Ha detto il padre, Roberto Salles TGCOM24: “Vedere mia figlia Ilaria trascinata in tribunale in catene è un duro colpo. Ha bisogno di uscire dal carcere di Budapest. Le foto parlano da sole. Ilaria ha bisogno di tornare in Italia.

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