L’Italia prevede di ricevere offerte entro la fine di settembre da aziende interessate a costruire un hub cloud nazionale, un progetto da 900 milioni di euro (1,4 miliardi di dollari australiani) per aggiornare le strutture di archiviazione dati nel paese, ha affermato un ministro del governo.
Parte dei progetti finanziati dall’UE per aiutare l’economia italiana a riprendersi dalla pandemia, l’iniziativa Cloud Hub riflette gli sforzi europei per rendere il blocco di 27 membri meno dipendente dalle grandi società tecnologiche offshore per i servizi cloud.
“Sono fiducioso che riceveremo alcune manifestazioni di interesse entro la fine del mese”, ha detto ai giornalisti il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao, ex capo del colosso delle telecomunicazioni Vodafone, durante una conferenza annuale di affari a Cernobbio sul Lago di Como.
“L’indipendenza tecnologica dell’Europa è importante perché consente al blocco di negoziare (con i partner stranieri) su un piano di parità”, ha affermato Colau, aggiungendo di aver discusso la questione con il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire durante la conferenza.
Nel piano di risanamento inviato ad aprile a Bruxelles per accedere ai fondi Ue, Roma ha stanziato 900 milioni di euro al progetto del cloud center, secondo fonti e documenti a cui ha preso visione. Reuters.
Le fonti hanno detto Reuters A giugno, l’istituto di credito statale italiano Cassa depositi e prestiti stava valutando di allearsi con Telecom Italia e il gruppo di difesa Leonardo nella corsa per creare l’hub cloud.
I funzionari hanno affermato che i giganti tecnologici statunitensi come Google, Microsoft e Amazon, che dominano il settore dell’archiviazione dei dati, potrebbero fornire la loro tecnologia cloud all’hub cloud, se fossero concessi in licenza alle società coinvolte nel progetto dell’hub.
Una tale struttura mirerebbe a dissipare le preoccupazioni sui rischi di sorveglianza degli Stati Uniti a seguito dell’adozione dell’US CLOUD Act del 2018, che potrebbe richiedere alle società tecnologiche con sede negli Stati Uniti di fornire dati a Washington anche se sono archiviati all’estero.
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