Parte dei progetti finanziati dall’UE per aiutare l’economia italiana a riprendersi dalla pandemia, l’iniziativa Cloud Hub riflette gli sforzi europei per rendere il blocco di 27 membri meno dipendente dalle grandi società tecnologiche offshore per i servizi cloud.
“Sono fiducioso che riceveremo alcune manifestazioni di interesse entro la fine del mese”, ha detto ai giornalisti il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao, ex capo del colosso delle telecomunicazioni Vodafone, durante una conferenza annuale di affari a Cernobbio sul Lago di Como.
“L’indipendenza tecnologica dell’Europa è importante perché consente al blocco di negoziare (con i partner stranieri) su un piano di parità”, ha affermato Colau, aggiungendo di aver discusso la questione con il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire durante la conferenza.
Nel piano di risanamento inviato ad aprile a Bruxelles per accedere ai fondi Ue, Roma ha stanziato 900 milioni di euro per il progetto del cloud center, secondo fonti e documenti visionati da Reuters.
Fonti hanno detto a Reuters a giugno che il prestatore di stato italiano Casa Depositie e Pristi stava considerando un’alleanza con Telecom Italia e il gruppo di difesa Leonardo nella corsa per creare l’hub cloud.
I funzionari hanno affermato che i giganti tecnologici statunitensi come Google, Microsoft e Amazon, che dominano il settore dell’archiviazione dei dati, potrebbero fornire la loro tecnologia cloud all’hub cloud, se fossero concessi in licenza alle società coinvolte nel progetto dell’hub.
Tale struttura mirerebbe a dissipare le preoccupazioni sui rischi di sorveglianza degli Stati Uniti a seguito dell’adozione del US CLOUD Act del 2018, che potrebbe richiedere alle società tecnologiche con sede negli Stati Uniti di inviare dati a Washington anche se sono archiviati all’estero.
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