Roma: il primo ministro italiano Mario Draghi ha avvertito mercoledì che l’Europa deve prepararsi a un grande afflusso di migranti dall’Afghanistan dopo il ritiro delle forze statunitensi e della NATO.
“Si prevede che il ritiro dall’Afghanistan aumenterà l’immigrazione da questo paese in una quantità che non è ancora nota, ma sappiamo tutti che sarà significativa”, ha affermato.
“Quindi dobbiamo fare di più insieme nell’affrontare questo problema”, ha detto Draghi, chiedendo l’unità dell’UE in vista di un vertice a Bruxelles il 24-25 giugno.
Ha esortato l’UE a concentrarsi sul “contenimento” e sul reinsediamento degli immigrati illegali, nonché sull’immigrazione legale e sull’assistenza ai paesi di origine dei migranti.
Ha criticato il blocco per aver trascurato la questione dell’immigrazione, affermando che non era stata ufficialmente nell’agenda dei vertici dell’UE negli ultimi tre anni.
Trasferitosi in Italia – uno dei paesi dell’Unione Europea più esposti all’afflusso di migranti – Draghi ha chiesto maggiori sforzi nazionali sull’integrazione.
“Se non integriamo queste persone nella società italiana, prima facciamo del male a noi stessi… Se non le integriamo, produciamo potenziali nemici”, ha detto.
Le forze USA e NATO si stanno ritirando dall’Afghanistan dopo 20 anni di guerra, mentre i talebani stanno facendo enormi guadagni sul campo.
I colloqui di pace tra il governo afghano ei talebani hanno vacillato, facendo temere che il paese possa precipitare nella guerra civile una volta che le forze straniere se ne saranno andate.
Secondo Eurostat, l’agenzia di statistica dell’Unione europea, gli afgani costituiscono già una grande percentuale di richiedenti asilo nell’Unione europea, con 44.190 domande per la prima volta l’anno scorso, su un totale di 416.600.
Il maggior numero di domande per la prima volta – oltre 63.000 – è arrivato dalla Siria, anch’essa bloccata da anni in un conflitto.
Quest’anno, diversi paesi dell’UE hanno accettato di concedere asilo agli afghani che hanno lavorato con forze straniere e sono a rischio di rappresaglie da parte dei talebani.
Il ministero della Difesa italiano ha dichiarato la scorsa settimana che l’Italia ha accettato di accogliere 270 persone che hanno lavorato con i suoi soldati e potrebbe accettarne altre 400.
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