Nella provincia meridionale d'Italia è stata scoperta una frode del valore di circa cinque milioni di euro legata all'immigrazione clandestina che ha portato a 15 arresti. Ad altre cinque persone è stata sottoposta la misura di monitoraggio precauzionale.
Un rapporto dell'Istituto Nazionale di Protezione Sociale (INPS) ha scoperto frodi sull'immigrazione per un valore di cinque milioni di euro ai danni della guardia di finanza italiana nella città meridionale di Foggia.
Un totale di 15 persone sono state arrestate il 14 marzo in relazione al caso. Sono previste altre cinque misure di monitoraggio.
Due inchieste fiscali hanno portato agli arresti. Originariamente una truffa sulla previdenza sociale e sugli aiuti che coinvolgeva quattro società “fantasma” che avrebbero utilizzato crediti fraudolenti per impiegare 647 lavoratori agricoli che avrebbero ricevuto assistenza (assegni di disoccupazione, fondi familiari, congedi per malattia retribuiti e indennità di maternità) nel corso degli anni in euro.
Una seconda serie di indagini si è concentrata sui tentativi di portare in Italia 337 cittadini extracomunitari, che avrebbero pagato 3.000 euro ciascuno in cambio della promessa di ottenere contratti di lavoro fraudolenti da società “fantasma” e di sfruttare il mandato italiano relativo alle quote di immigrazione.
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Centinaia di visti sono stati bloccati
Delle 337 richieste di sanzioni presentate, circa 263 erano già state accolte ma non perfezionate a causa dell'ingerenza della Guardia di Finanza.
Tra gli arrestati figurano un consigliere comunale e funzionario dell'INPS di Serignola, un agente di polizia e un imprenditore agricolo che avrebbero ideato la truffa insieme ad un commercialista e responsabile dell'ufficio consulenza tributaria.
Secondo le accuse, l'organizzazione disponeva di una rete altamente strutturata di italiani ed extracomunitari attivi in Italia e in Francia, che ricoprivano ruoli diversi.
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Gli indagati e le accuse a loro carico
L'ufficiale di polizia in questione è ora in carcere con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falsificazione di documenti ufficiali e frode. In due occasioni è stato accusato di aver utilizzato un veicolo della polizia per consegnare denaro a truffatori.
A un ex funzionario della reggenza di Foggia è stato interdetto il soggiorno in provincia. È accusato di mettere a disposizione la sua rete per ottenere informazioni sui fascicoli di immigrazione e affrontare eventuali questioni legate all'ottenimento dei permessi.
Gli arrestati e sottoposti a provvedimento cautelare sono accusati di associazione a delinquere, truffa aggravata nella prestazione di pubblici servizi, truffa, riciclaggio di denaro, falsificazione di atti pubblici, falsificazione di valori di bollo e traffico di influenze. Oltre alle operazioni di sorveglianza sono stati sequestrati beni per un valore di cinque milioni di euro.
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