MILANO (Reuters) – La polizia italiana ha arrestato mercoledì 33 persone in un nuovo giro di vite contro una rete di intermediari finanziari cinesi che avrebbero riciclato più di 50 milioni di euro (52,5 milioni di dollari) da gruppi di trafficanti di droga, inclusa la mafia della ‘Ndrangheta.
Il colonnello della Guardia di Finanza Francisco Ruiz ha detto a Reuters che l’aspetto distintivo del caso è il rapporto che si è sviluppato tra organizzazioni come la ‘Ndrangheta ed entità cinesi che forniscono servizi finanziari.
Reuss, che ha condotto l’ultima indagine a Roma, ha affermato che la cifra di oltre 50 milioni di euro di movimenti finanziari tracciati non fornisce le reali dimensioni del caso.
Ha aggiunto: “Questo è ciò che abbiamo monitorato dal 2020 al 2022, ma le indagini non possono tracciare tutti i processi. È come condurre una sorveglianza, si vede il 20% di ciò che sta accadendo”.
La Guardia di Finanza ha dichiarato in un comunicato di aver arrestato 33 persone, tra cui sette cittadini cinesi, a Roma e in altre sei città italiane con l’accusa di associazione a delinquere organizzato finalizzata al traffico di droga e riciclaggio di denaro.
La dichiarazione aggiunge che gli arrestati hanno anche confiscato circa 10 milioni di euro in contanti ai cosiddetti “money mules” responsabili del trasferimento di denaro all’estero.
Diverse indagini recenti hanno dimostrato come le bande della droga in Italia utilizzino sempre più reti ombra di intermediari finanziari cinesi senza licenza per nascondere i pagamenti transfrontalieri.
Il metodo di trasferimento, spesso indicato con il termine cinese fei qian o fei chien, che significa denaro volante, prevede il deposito di un importo presso un intermediario monetario in Italia mentre un altro agente della rete in altre parti del mondo paga l’importo equivalente al destinatario previsto.
Il riciclaggio di denaro, al centro dell’ultimo caso, è avvenuto in società cinesi di importazione ed esportazione di abbigliamento e accessori moda nel quartiere Esquilino della capitale italiana.
Questi fungevano da centri di raccolta di fondi di origine illecita, che alla fine venivano trasferiti in Cina in modo anonimo e irrintracciabile.
Il metodo fie chien non prevede il trasferimento fisico di fondi dal cliente che acquista la spedizione del medicinale al fornitore che lo vende. Ma la polizia ha detto che la Cina era la destinazione finale del denaro.
“Gli accordi tra i broker cinesi sono stati conclusi attraverso triangolazione e transazioni commerciali fittizie in Cina, mentre il denaro veniva trasportato in Cina utilizzando i cosiddetti money mule”, ha detto Royce.
L’indagine è stata supportata dall’accesso a conversazioni crittografate su una piattaforma che è stata smantellata nel 2021 dalla squadra investigativa congiunta di Europol, si legge nella nota.
($1 = 0,9524 euro)
(Segnalazione di Emilio Parodi; Montaggio di Crispian Palmer, William MacLean)
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