La Corte Costituzionale italiana ha bloccato un referendum sulla legalizzazione della coltivazione della pianta di cannabis, sostenendo che avrebbe costretto il Paese a violare gli obblighi internazionali legati al traffico di droga.
I sostenitori della depenalizzazione dell’agricoltura in Italia hanno accusato la corte di respingere il processo democratico dopo che la petizione ha raccolto 630.000 firme, un numero ben al di sopra della soglia che ha innescato l’inizio delle elezioni nazionali.
Benedetto della Vidova, segretario di Centro+Europa, tra i promotori dell’iniziativa, ha affermato che rifiutare il referendum “priva l’Italia di un dibattito pubblico e di un processo elettorale per le riforme di libertà e responsabilità”.
“Il tribunale ha deciso il merito della causa e non il metodo, come richiesto dal suo dovere”, ha lamentato in un comunicato stampa dell’ADUC, una delle più grandi associazioni di consumatori della penisola.
I sostenitori del referendum sull’iniziativa popolare ritengono che la legalizzazione della cannabis, che secondo loro non è più dannosa di sostanze legali come alcol e tabacco, avrebbe potuto consentire di contrastare il sovraffollamento nelle carceri concentrando al contempo la repressione delle organizzazioni criminali violente.
Attualmente, la coltivazione della cannabis è soggetta a una pena detentiva da due a sei anni.
Gli oppositori del progetto referendario, guidati dal leader leghista (sovrano e anti-immigrati) Matteo Salvini e dalla leader di Fratelli d’Italia (estrema destra) Giorgia Meloni, invece, hanno ritenuto che potesse incitare al consumo pubblico di droga.
È un duro colpo per i sostenitori della legalizzazione e della depenalizzazione in Europa, che ha visto diversi paesi europei – tra cui Spagna, Germania e Italia – allentare le sanzioni per il possesso della proprietà.
Malta
La decisione arriva poche settimane dopo che Malta è diventata il primo Paese europeo a legalizzare il possesso di piccole quantità di droga e la coltivazione in casa di un massimo di quattro piante.
La nazione insulare ha agito per impedire che i consumatori di cannabis di basso livello venissero trascinati nei tribunali – e nel caso dei coltivatori di cannabis, imprigionati – e di conseguenza soffrissero di difficoltà economiche.
Owen Bonisi, il ministro responsabile della legge, ha detto a Euronews che l’Europa dovrebbe seguire l’esempio di Malta in un’intervista la scorsa settimana.
“Ascoltavamo e incontravamo persone e raccontavamo storie dopo storie ed esperienze dopo esperienze. Sono onesto: le guarderò confuso su cosa dire loro. Ho sentito storie di persone che hanno attraversato la sofferenza a causa, non so, di quattro grammi di cannabis”, ha detto.
“Ti rendi conto che se vuoi fare la differenza nella vita delle persone, devi prendere decisioni audaci”.
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