La Cina sta inviando un alto diplomatico in Italia per convincere la nazione a rimanere nella Belt and Road Initiative

Ha inviato un alto diplomatico in Italia questa settimana, mentre Pechino cerca di convincere il paese europeo a non abbandonare l’accordo di investimento globale di punta del presidente Xi Jinping.

Liu Jianchao, direttore del Dipartimento internazionale del Partito comunista, ha avuto incontri con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, il presidente del Senato Ignazio La Russa e l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, secondo le letture del ministero. Ha anche incontrato un gruppo noto come “Amici della Cina” nel parlamento italiano, durante la sua visita di tre giorni iniziata domenica.

“È stata la decisione giusta per Cina e Italia firmare la Belt and Road”, ha detto Liu durante una sessione con uomini d’affari a Milano questa settimana, secondo la dichiarazione ufficiale.

L’Italia ha aderito alla massiccia Belt and Road Initiative della Cina nel 2019, quando Giuseppe Conte era primo ministro, ed è diventata l’unico paese del G7 ad aderire al patto. Bloomberg ha riferito a maggio che l’attuale leader del Paese, Giorgia Meloni, è favorevole all’abbandono dell’iniziativa infrastrutturale. La partecipazione si rinnoverà automaticamente nel 2024 a meno che la Roma non esca dall’accordo.

Meloni ha detto mercoledì ai parlamentari che l’Italia potrebbe avere ottimi rapporti con la Cina anche senza far parte dell’iniziativa. “Ci sono valutazioni in corso”, ha detto. “Questo problema deve essere gestito con cura e rispetto, e anche il Parlamento dovrebbe essere coinvolto”.

Jia Jade, l’ambasciatore cinese in Italia, ha avvertito in un’intervista alla testata giornalistica italiana Fanpage la scorsa settimana che ci sarebbero “conseguenze negative” se Roma “decidesse incautamente” di ritirarsi.

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lotta europea

L’appello di Liu agli italiani arriva dopo che il premier cinese Li Qiang all’inizio di questo mese si è recato in Europa per il suo primo viaggio all’estero come secondo in comando della Cina. I suoi incontri con leader economici e politici in Germania e Francia arrivano mentre l’Unione Europea prende posizione su come gestire la competizione economica con la Cina.

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Pechino sta cercando di convincere l’Europa a prendere una linea meno dura rispetto agli Stati Uniti, che hanno imposto alla Cina una vasta serie di controlli sulle esportazioni per limitare il suo accesso alla tecnologia avanzata.

L’Italia è stata presa nel mezzo di quelle crescenti tensioni tra Washington e Pechino, soprattutto sulla scia del sostegno della Cina al presidente russo Vladimir Putin dopo la sua invasione dell’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni su Roma affinché prendesse posizione pubblica e abbandonasse il Belt and Road Agreement, secondo fonti vicine alla questione.

Wang Yue, professore alla Renmin University specializzato in studi europei, ha affermato che poiché 152 paesi hanno aderito alla Belt and Road Initiative, la Cina dovrebbe avere una “mente aperta” sulla decisione dell’Italia, osservando che è probabile che le aziende italiane soffrirà di più dall’uscita.

“La comunità imprenditoriale vuole davvero restare”, ha aggiunto. “Altrimenti, perderanno parte del trattamento preferenziale di cui godevano come stato membro dell’iniziativa”.

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