ROMA (Reuters) – Mercoledì un tribunale amministrativo italiano ha respinto un ricorso delle società energetiche contro una tassa inaspettata imposta dal governo, affermando che il tribunale non era competente a conoscere della questione.
Il ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia della Riscossione è stato depositato dall’ERG (ERG.MI) Con il sostegno di molte associazioni del settore energetico.
L’imposta sugli utili straordinari, introdotta dal governo dell’ex primo ministro Mario Draghi, è stata concepita per finanziare misure volte a proteggere le imprese e le famiglie dall’aumento dei prezzi dell’energia all’indomani della guerra in Ucraina.
Il successore di Draghi, Giorgia Meloni, si è impegnata a introdurre una nuova tassa sui dividendi il prossimo anno con una struttura modificata tra denunce, azioni legali e rifiuti di pagamento da parte di diverse società energetiche.
Gruppo energetico statale Eni (ENI.MI) Di recente ha affermato di aver presentato ricorso contro l’inaspettata tassa italiana, aggiungendo che il quadro proposto dall’UE per la tassa sarebbe più trasparente ed equo.
Eni ha pagato la prima rata dell’imposta e ne verserà una seconda entro la fine di novembre, per un totale di 1,4 miliardi di euro (1,45 miliardi di dollari).
I dati sulle entrate raccolti dalla tassa fino alla fine di agosto indicavano entrate totali inferiori del 50% rispetto ai 10 miliardi di euro inizialmente previsti dal governo Draghi.
($ 1 = 0,9626 euro)
(Segnalazione di Antonella Cinelli) Testi di Alvise Armellini e Francesca Landini; Montaggio di Gianluca Cemraro e Josie Kao
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