Annidata in una valle sopra il fiume Tolminka e circondata dalle ripide vette delle catene montuose di Rdeči rob e Tolmin, la chiesa di legno isolata onora 2.564 soldati austro-ungarici che persero la vita nel 1916 sul vicino campo di battaglia di Tolmin come parte del Fronte isontino nella prima guerra mondiale. Il fronte di 90 chilometri si estendeva dalle Alpi all’Adriatico lungo il fiume Isonzo vicino al confine storico che separava l’Italia dall’Austria. Si è formato un anno fa quando l’Italia si è unita agli Alleati e ha dichiarato guerra all’Austria-Ungheria. Seguirono due anni e mezzo di guerra di posizione e, tutto sommato, l’Isonzo rappresentò uno dei fronti più sanguinosi della prima guerra mondiale, con oltre 1,5 milioni di soldati uccisi, feriti o catturati nelle 12 battaglie che qui si svolsero tra il 1915 e 1917.
Oggi la maggior parte della valle appartiene alla Slovenia, il fiume Isonzo è ora conosciuto come Soča, e i pendii intorno alla chiesa sono pieni di fitti boschi. Ma 100 anni fa, l’area era completamente vuota perché la gente del posto la usava come pascolo per il bestiame.
“In inverno, quando le vette erano coperte fino a 6 metri [of] Neve pesante, valanghe [killed] Diversi soldati dalla parte austro-ungarica. Disperati per le perdite di massa e la situazione impossibile in cui si trovavano, i soldati sopravvissuti decisero di erigere un monumento ai loro compagni d’armi caduti, ha spiegato Rovchik. Il mausoleo è stato eretto dai soldati mentre riposavano dopo lunghe battaglie, e mentre Rovchik entrava, abbiamo visto gli uomini bruciare i nomi di 2.564 dei loro fratelli caduti su assi di quercia, un commovente ricordo delle atrocità avvenute in questa immagine ora perfetta collocamento.
Oggi l’unica chiesa si erge come “monumento alla riconciliazione”, uno dei 230 monumenti, fossati, grotte, cimiteri e fortezze della prima guerra mondiale nella valle dell’Isonzo che compongono marcia della pace Walking Trail: Un museo vivente che ricorda ai viaggiatori il significato bellico di questa valle, rivelando anche quanto sia duratura la cultura rurale unica dei suoi abitanti.
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