Il salvataggio dimenticato della stazione spaziale Salyut 7

Con solo due stazioni spaziali in orbita attorno alla Terra oggi sotto forma della Stazione Spaziale Internazionale e della Stazione Tiangong cinese (“Palazzo del Cielo”), è facile dimenticare quante stazioni spaziali sono state lanciate nel secolo scorso. E l’Unione Sovietica ha sparato di più, come parte del programma Salyut (in russo per “saluto” o “fuochi d’artificio”). Sebbene il programma comprendesse sia stazioni militari (l’Orbital Experimental Station, o OPS) che civili (Durable Orbital Station, o DOS), furono le stazioni civili ad avere il maggior successo, così come il più ardito tentativo di salvataggio con salute 7 recupero stazione Spaziale.

Salyut 7 (DOS-6) doveva ripetere il successo di Salyut 6 dopo il suo lancio il 19 aprile 1982, fino al disastro del febbraio 1985. A causa di una serie di malfunzionamenti elettrici e di altro tipo, le comunicazioni di terra con la stazione spaziale furono interrotte , e in quel momento iniziò la stazione Lo spazio disabitato sta gradualmente precipitando verso l’atmosfera terrestre. Ciò ha lasciato ai funzionari due opzioni: lasciare che la stazione bruciasse a mezz’aria o organizzare una missione di salvataggio.

Infine, il 6 giugno 1985, la Soyuz T-13 decollò per un rendezvous con Salyut 7. A bordo c’erano i cosmonauti Vladimir Dzhanibekov – che in precedenza aveva attraccato a mano con Salyut 7 – e Viktor Savinykh. Entrambi gli uomini hanno fatto tutto il possibile per eseguire l’attracco manuale e tentare di far rivivere la stazione spaziale condannata. Alla fine, sono stati in grado di rianimare la stazione utilizzando la poca carica rimasta nelle sue batterie e nei propulsori Soyuz, il tutto sfidando le temperature gelide all’interno della stazione morta.

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Salyut 7 avrebbe continuato a svolgere i suoi compiti fino al febbraio 1991, con Mir (DOS-7, lanciato nel 1986) come prima stazione spaziale modulare a subentrare. La console DOS finale (DOS-8) che fa risalire il suo lignaggio direttamente a quest’era è ancora in uso oggi come Modulo Zvezda della Stazione Spaziale Internazionalemantenendo viva l’eredità dei Salyut e il coraggio di Dzhanibekov e Savinykh.

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