RIYADH: La Supercoppa Italiana e il vanto sono andati all’Inter.
Di fronte a poco più di 51.000 spettatori al King Fahd International Stadium, i detentori del trofeo italiano hanno battuto 3-0 l’AC Milan, campione in carica della Serie A, vincendo la terza finale che si giocherà nel Regno.
Questo non era nel mezzo della stagione, caldo.
Tanto per cominciare, la temperatura all’interno della celebrità internazionale di King Fahd è scesa a 9 gradi Celsius e, cosa più importante, nessun derby tra queste due rivali cittadine è meno che accanito, certamente non quando è in palio il primo trofeo della stagione.
La partita è entrata con il Milan, secondo in classifica, con 38 punti, a nove lunghezze dal Napoli capolista, mentre l’Inter è quarta con 37 punti, alle spalle della Juventus, per differenza reti.
L’Inter è partita in piedi e quattro minuti dopo un calcio di punizione da posizione promettente è stato colpito direttamente al muro difensivo dal vincitore della Coppa del Mondo Lautaro Martinez. Ma i loro tifosi allo stadio non hanno dovuto aspettare molto per la svolta.
A soli 10 minuti dall’inizio della partita, Nicola Barella corre dalla destra in area di rigore del Milan e manda la palla a Federico Dimarco, il cui tiro di sinistro di Ciprian Tatarusano non lascia scampo al gol.
I campioni di Serie A hanno avuto la loro migliore occasione del primo tempo al 18′ quando il nazionale portoghese Rafael Leao ha tirato un tiro di curling da posizione angolata e Andre Onana lo ha infilato in angolo.
L’Inter ha sfruttato appieno il calcio d’inizio con tre minuti di ritardo, quando Edin Dzeko ha ricevuto palla da Alessandro Bastoni all’interno dell’area di rigore del Milan prima di mostrare grande abilità nel tagliare il piede destro e inserire la palla nella porta di Tatarusano; 2-0 ei rossoneri rischiano l’imbarazzo.
L’Inter è ormai spietata, e alla mezz’ora Dimarco sfiora il secondo gol della partita approfittando di un altro errore distratto della difesa milanista, ma il suo tiro di sinistro feroce viene parato da Tatarusano.
Martínez ha avuto la possibilità di rifinire l’incontro nei minuti di recupero, ma ha gestito male il pallone quando è stato messo in rete, e l’Inter ha dovuto accontentarsi di un vantaggio di due gol nel primo tempo.
Il Milan è nettamente migliorato nelle prime fasi della ripresa, e Liao ha avuto un’occasione d’oro per ridurre lo svantaggio, ma ha tirato trovandosi spazio all’interno dell’area di rigore dell’Inter. Anche Ismail bin Nasser ha guardato il gol dell’Inter, ma ha colpito direttamente Unana.
Al 65′, l’allenatore del Milan Stefano Pioli ha inserito Charles De Cutleri, Divock Origi e Pierre Kalulu al posto di Ibrahim Diaz, Junior Messias e Simon Kjaer, cercando di consolidare il proprio dominio.
Il Milan continua a pressare ma trova occasioni nitide molto difficili da trovare, con Liao in particolare che ricorre a diversi tiri dalla distanza, bloccati dai difensori interisti o recuperati facilmente da Onana.
A 20 minuti dalla fine, Simone Barella e Dzeko hanno sostituito Roberto Gagliardini e Joaquín Correa per rinfrescare l’attacco dell’Inter, ma la partita ha continuato a seguire lo stesso scenario: il possesso superiore del Milan raramente si è tradotto in occasioni da rete.
Poi, al 77′, Martinez ha coronato la sua pessima prestazione personale con una bella conclusione di esterno destro che ha portato l’Inter in vantaggio per 3-0.
E l’attaccante argentino ha festeggiato togliendosi la maglia davanti ai tifosi dell’Inter in festa dietro la porta, con conseguente ammonizione senza risultato.
“Ole, Oole, Oole, Inter, Inter”, cantavano quelli in nerazzurro.
Per il Milan ormai non c’è modo di tornare indietro e il resto della partita si gioca sullo sfondo dei festeggiamenti dei tifosi dell’Inter.
La finale ha segnato l’Inter ha vinto la sua settima Supercoppa Italiana, eguagliando il record degli avversari imbattuti. La Juventus, con nove vittorie, resta il primatista della competizione.
Mentre le luci si abbassano all’interno dello stadio, i giocatori dell’Inter si uniscono ai loro tifosi in festeggiamenti esultanti, segno di cosa significasse per loro il trofeo.
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