Milano (AFP) – Il primo ministro italiano Mario Draghi ha incontrato il presidente italiano dopo che un importante partito della coalizione di governo italiana ha messo in dubbio il suo sostegno all’impegno dell’Italia di aumentare la spesa militare in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.
Un funzionario del governo ha confermato l’incontro martedì sera, dopo che Draghi ha incontrato privatamente il capo del Movimento 5 Stelle, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che avrebbe tenuto a bada l’intenzione dell’Italia di aumentare la spesa militare al 2% del PIL in linea con altri membri della NATO. .
Il funzionario, che ha parlato in condizione di anonimato, ha detto che il messaggio di Draghi a Conte è stato che sarebbe difficile mantenere l’accordo di coalizione dell’attuale governo se il Movimento Cinque Stelle, il più grande partito in parlamento, mettesse in discussione gli impegni internazionali. Non è autorizzato a parlare pubblicamente. Il funzionario ha osservato che mentre Conte era primo ministro, l’Italia ha aumentato le sue spese militari del 17%, da 21 miliardi di euro a 24,6 miliardi di euro.
Conte ha detto ai giornalisti di non voler mettere in pericolo il governo, ma ha aggiunto: “Siamo il più grande partito e abbiamo il diritto di far sentire la nostra voce”.
I contenuti dell’incontro di Draghi con Mattarella non sono stati immediatamente resi noti. Mattarella, in qualità di Capo dello Stato, ha il ruolo di garante della stabilità dell’Italia, ed è anche comandante in capo delle forze armate.
Separatamente, Conte è stato convocato la scorsa settimana da una commissione parlamentare che si occupava di questioni di intelligence per le crescenti preoccupazioni che una squadra medica e militare russa inviata per aiutare l’Italia all’inizio della pandemia, quando era primo ministro, fosse coinvolta nello spionaggio. Il processo si è svolto a porte chiuse.
L’accordo di alleanza del primo governo Conte nel 2018 ha confermato il posto dell’Italia nell’alleanza transatlantica, chiedendo anche legami economici più stretti con la Russia e il ritiro delle sanzioni imposte per l’occupazione della Crimea ucraina. Un alleato chiave in quel governo, il leader di destra Matteo Salvini, era un esplicito ammiratore del presidente russo Vladimir Putin e si vantava di stretti legami con la Russia.
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