Concorso internazionale di documentari
Ugo d’Oro: “Echo” (Messico, Germania), dir. Tatiana Huizo
Tatiana Huezo presenta un ritratto drammatico, cinematografico e poetico della vita familiare moderna nelle zone rurali del Messico. La narrazione meticolosa e basata sull’osservazione di Huizo intreccia il ricco arazzo di una famiglia e di una comunità che vive della terra in una regione montuosa, allevando pecore. Il film è una meditazione sui cicli della vita, nascita, morte, lavoro, casa, un profondo e profondo rispetto per la natura e l’inevitabile scontro tra tradizione culturale e mondo moderno. Attraverso gli occhi di tre generazioni, il film offre un ritratto profondamente commovente che rivela abilmente i focolai di conflitto nella vita di tutti i giorni, le osservazioni sul cambiamento dei ruoli di genere e la costante attrazione per un mondo esterno al proprio. Il potere della narrazione risiede nei più piccoli dettagli e le scelte registiche di Huizo hanno mostrato un’intenzionalità che ha elevato la narrazione da ponderata a profonda. Una cinematografia serrata e un sound design coinvolgente creano uno spettacolo cinematografico ampio e straordinariamente intimo.
Argento Hugo: “In the Rear View” (Polonia, Francia, Ucraina), dir. Maciek Hamela
In un altro eccellente esempio di narrazione realistica, le devastazioni della guerra sono scritte sui volti degli sfollati mentre fuggono dalle loro case e dalle loro vite in mezzo all’escalation della guerra in Ucraina, e sono viste dalla prospettiva “retrospettiva” del nostro regista mentre guida un gruppo dopo. Guida il gruppo fuori dal pericolo e verso una vita nuova e incerta. Le vedute dei paesaggi devastati dalla guerra fuori dai finestrini delle auto sono scorci persistenti degli orrori della guerra che la maggior parte delle persone può solo immaginare. Questo emozionante viaggio nell’ignoto per i soggetti del film, i passeggeri della carovana che trasportano la macchina da presa, cattura l’umanità di ogni volto e la crudeltà della loro esperienza in momenti carichi di paura, empatia, amore, dolore e tristezza, e anche in momenti pieni di paura, empatia, amore, dolore e tristezza. volte, umorismo.
Menzione speciale: “Le Quattro Figlie” (Francia, Arabia Saudita, Germania, Tunisia, Cipro), dir. Kawthar bin Haniyeh
Abbiamo tutti pensato che questo film fosse formalmente innovativo e abbiamo apprezzato l’audace prospettiva registica. La “scrittura” narrativa di Four Daughters è stata una collaborazione unica tra soggetti, attori e regista: un unico ritratto co-creato di una famiglia disfunzionale alle prese con una perdita inimmaginabile.
Aspettative della concorrenza
Oro Q Hugo: “La Bestia” (Giappone), dir. Hirokazu Kore-eda
Un vero gioiello, Monster rivela in modo cinematografico come le false accuse a livello di gossip e l’ingiusta stigmatizzazione dell’omosessualità modellano la vita delle persone. Brillanti performance individuali si intrecciano per evocare le posizioni precarie che ognuno assume mentre affronta la propria versione degli eventi. Un film affascinante, ricco di colpi di scena e sorprese, “Il Mostro” rivela la magia della verità personale nella vita di tutti i giorni.
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