Decine di palestinesi sono stati martirizzati a Gaza durante l'operazione per liberare due ostaggi israeliani

Almeno 67 palestinesi sono stati uccisi lunedì scorso durante un'operazione militare israeliana per salvare due ostaggi, hanno detto funzionari sanitari di Gaza.

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Le forze israeliane hanno salvato due ostaggi lunedì mattina presto, dopo aver fatto irruzione in un appartamento pesantemente sorvegliato in una città densamente popolata della Striscia di Gaza.

La copertura degli attacchi aerei e degli spari da parte dell'esercito israeliano ha portato alla morte di almeno 67 palestinesi a Rafah, dove civili disperati fuggivano dai combattimenti.

Il drammatico raid è stato celebrato in Israele, che chiede la liberazione di oltre 100 ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza.

Israele ha identificato la città di Rafah, situata al confine egiziano, come l'ultima roccaforte di Hamas a Gaza dopo più di quattro mesi di conflitto.

La Casa Bianca ha rivelato che il presidente Joe Biden ha messo in guardia il primo ministro Benjamin Netanyahu dal lanciare un'operazione militare a Rafah senza un piano affidabile per proteggere i civili.

Si stima che circa 1,4 milioni di palestinesi si trovino nella zona dopo essere fuggiti da altre parti della Striscia per sfuggire ai combattimenti. Israele ha ordinato loro di evacuare lì.

I due ostaggi salvati, Fernando Simon Marman, 60 anni, e Luis Harr, 70 anni, erano tra le 250 persone rapite dai militanti di Hamas durante un attacco transfrontaliero il 7 ottobre in cui morirono circa 1.200 persone.

Il portavoce dell'esercito israeliano, l'ammiraglio Daniel Hagari, ha detto che i due ostaggi erano tenuti in un appartamento al secondo piano di Rafah, sotto la sorveglianza di uomini armati di Hamas, sia nell'appartamento che negli edifici vicini.

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I due uomini sono stati trasportati in aereo all'ospedale Sheba, nel centro di Israele, e secondo quanto riferito erano in buone condizioni mediche.

Secondo testimoni oculari, il raid di lunedì prevedeva almeno 15 attacchi aerei, razzi e il fuoco di elicotteri Apache. Il tenente colonnello Richard Hecht, portavoce militare, ha affermato che l'operazione è stata condotta sulla base di accurate informazioni di intelligence, con la posizione dell'obiettivo monitorata per qualche tempo.

Secondo i funzionari sanitari locali, l’offensiva aerea e terrestre israeliana di ritorsione ha ucciso più di 28.000 palestinesi, ha provocato lo sfollamento di oltre l’80% della popolazione e ha portato a una massiccia crisi umanitaria.

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