Abuso di immigrati clandestini in Italia – Organizzazione Mondiale della Pace

Al termine delle elezioni in Italia, uno dei temi più discussi nel panorama politico e sociale italiano è lo sfruttamento dei lavoratori e dei migranti. Accusati di aver rubato lavoro agli italiani, gli immigrati svolgono, in media, lavori mal pagati e non professionali, e sono spesso soggetti a condizioni di lavoro di sfruttamento e degradanti. Le attuali politiche e politici italiani vogliono limitare il numero di immigrati stabilendo quote di ingresso per diverse tipologie di lavoratori e rilasciando permessi sulla base di contratti scritti. Tuttavia, queste quote non richiedono i reali bisogni dei lavoratori migranti; Questo sistema si presta ad abusi e aumenta il rischio di sfruttamento dei lavoratori migranti. Ogni anno, infatti, migliaia di migranti vengono sfruttati nei campi agricoli dal sistema di reclutamento illegale. I migranti lavorano dalla mattina alla sera per pochi euro, senza pause, e vivono in baraccopoli senza servizi igienici o altre strutture.

Francesca Pizzutelli, ricercatrice presso il segretariato internazionale di Amnesty International, ha dichiarato ad Amnesty che “Negli ultimi dieci anni, le autorità italiane hanno alimentato la preoccupazione dell’opinione pubblica affermando che la sicurezza del Paese è minacciata dall’immigrazione ‘illegale’. Adottare misure draconiane che mettano i lavoratori migranti in una situazione legale precaria e li rendano facili prede di sfruttamento. Nell’intervista, Biszutelli afferma che il controllo dell’immigrazione può essere un interesse legittimo di qualsiasi Stato, ma non dovrebbe essere effettuato a scapito dei diritti umani di coloro che si trovano all’interno dei suoi confini, compresi i lavoratori migranti.

Il governo italiano dovrebbe introdurre leggi e regolamenti per proteggere i suoi migranti dallo sfruttamento e dagli abusi del lavoro. In primo luogo, è necessario combattere alla radice l’immigrazione clandestina introducendo sanzioni contro i trafficanti che operano lungo le rotte dei migranti. Queste disposizioni aiuteranno a promuovere l’immigrazione legale e gli immigrati otterranno più facilmente contratti di lavoro equi sotto il controllo della legge. È inoltre necessario introdurre restrizioni all’interno del territorio italiano. Poiché anche gli sforzi recenti sono ancora insufficienti, il governo deve mettere in atto attività e investimenti per rafforzare la formalizzazione del lavoro a tutela e sostegno dei lavoratori. Il governo italiano deve capire che non può esserci crescita sostenibile e di lungo periodo senza la tutela e la promozione del lavoro equo per tutti coloro che vivono nel suo territorio.

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Sfortunatamente, l’abuso degli immigrati clandestini non è un problema nuovo. All’inizio del 2011 gli immigrati in Italia erano 5,4 milioni. Circa 4,9 milioni di cittadini stranieri hanno documenti che li autorizzano a rimanere nel Paese. Amnesty International stima che ci siano circa mezzo milione di lavoratori migranti privi di documenti o migranti irregolari. Dal 2011 si registra un forte aumento degli abusi sui lavoratori irregolari, in particolare nelle parti meridionali della penisola, in particolare in Molise, Puglia e Calabria. A causa della mancanza di un adeguato controllo e regolamentazione, lo sfruttamento illegale degli immigrati sul territorio italiano non è mai stato contrastato efficacemente.

Lo sfruttamento dei migranti in Italia è un problema attuale ma ha una lunga storia alle spalle. Lo sfruttamento dei migranti ha continuato ad aumentare dal 2011 a causa della mancanza di controllo e della mancanza di regole sull’immigrazione illegale. Migliaia di lavoratori illegali sono vittime di abusi da parte del sistema criminale di reclutamento nelle parti meridionali della penisola. Pertanto, è necessario introdurre regole per combattere l’immigrazione irregolare e garantire condizioni di lavoro eque per contrastare queste pratiche. Lo sviluppo sostenibile e a lungo termine di un Paese non può esistere senza un ambiente di lavoro adeguato per tutti coloro che vivono nel suo territorio, sia cittadini locali che espatriati.

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