Definirsi “The Dying Down” potrebbe non sembrare il modo migliore per attirare un pubblico, ma Civida in Italia ha imparato a evitare di morire.
Ha resistito a lungo a una morte decisiva e l’Italia ha designato il territorio circostante e l’intera vallata e rocciosa denominata “Badlands” come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Secoli fa, la città era molto grande ed era collegata via strada ad altri insediamenti. Ma le frane, i terremoti, le crepe e l’erosione hanno ridotto drasticamente le sue dimensioni e sono rimasti soli a una velocità vertiginosa.
Quando le nuvole invernali sono basse, la Civita sembra un forte che fluttua nell’aria. In una giornata limpida, la roccia su cui si trova sembra un pezzo di torta a più strati.
L’argilla, che proveniva da un oceano interno un milione di anni fa, sostiene strati di cenere e magma che sono stati compattati dalle successive eruzioni vulcaniche.
Il passato, il presente e il futuro di Cvita Oggetto del sogno di un geologo, una grande frana nel 1114 è ancora allo studio.
“In tremila anni, la pratica dell’erosione reazionaria ha ridotto Civita a un nucleo, lasciando la piazza e alcune strade intorno”, ha detto il 49enne Luca Costandini.
Nelle grotte sotterranee scavate nella morbida roccia vulcanica chiamata tufo, aste d’acciaio tengono insieme le pareti.
“Il nostro obiettivo è ‘regressione’ perché Civida è stata fondata dagli Etruschi ed è arrivata ai giorni nostri oltre l’epoca romana e l’intero periodo medievale”, ha detto Luca Profili, 32 anni, sindaco di Pacnorgio, di cui Civida fa parte. “Questo posto è molto fragile”, ha detto.
Una parte di quella debolezza viene misurata da un “estensimetro” che rileva il movimento con un’asta telescopica esterna.
La Civita che rimane oggi è per lo più medievale e misura circa 152 metri per 91 metri, meno di due campi da calcio. La sua piazza principale ha all’incirca le dimensioni di un campo da basket.
Una montagna si è estesa tre volte la sua dimensione attuale e per secoli l’intero quartiere è crollato in frane. Oggi è possibile accedere ai pedoni o ai golf cart tramite una curva lunga e ripida.
Il numero di residenti permanenti varia da 10 a 14 a seconda della stagione. Un bilancio per i turisti in viaggio tra Civita Roma e Firenze prima dell’epidemia.
La segnaletica stradale indirizza i visitatori alla “Civita – Città dei Morenti”.
Stefano Lucarini, 29 anni, ha acquistato un ristorante a Civita nel marzo 2020, pochi giorni prima della prima serrata del Govt-19.
“Il tempo non è tanto”, ha scherzato. Ma dopo l’epidemia, spera che la città riesca a rialzarsi.
“Il rischio ambientale è una preoccupazione (ma) speriamo che per molti anni tutti possano godersi la città”, ha detto.
Il portavoce del sindaco, Roberto Bomi, ha detto che l’Italia ha presentato la proposta del sito del patrimonio a gennaio e si aspetta che l’UNESCO decida in merito a giugno del prossimo anno. – Reuters
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