BRUXELLES: I ministri dell’immigrazione dell’UE si incontrano giovedì a Bruxelles per discutere su come gestire i migranti che arrivano via mare mentre Italia e Germania temono un’impennata dei flussi migratori, con Berlino che lancia controlli alle frontiere all’interno della zona di viaggio aperta europea.
I ministri faranno un altro tentativo di concordare un meccanismo a lungo in fase di stallo per condividere i richiedenti asilo che arrivano in Europa oltre i normali posti di frontiera, e discuteranno se il blocco di 27 nazioni debba cercare un accordo con l’Egitto per impedire a più persone di imbarcarsi dalle coste meridionali. Il Mar Mediterraneo.
I critici sostengono che l’ultimo accordo con la Tunisia non rispetta i diritti umani, ma ci sono altri potenziali accordi sulla carta, con Roma che lancia l’allarme sugli arrivi a Lampedusa che superano quelli del 2022, quando il primo ministro italiano Giorgia Meloni vinse le elezioni nazionali con una politica anti-immigrazione. biglietto.
“C’è molta agitazione nei paesi confinanti con l’Europa”, ha detto un alto diplomatico dell’UE.
“Per quanto riguarda la necessità o meno di stipulare più accordi di questo tipo, la risposta della maggioranza attorno al tavolo sarà probabilmente “sì””.
L’attenzione è puntata sulla Germania e sulla possibilità che il ministro dell’Interno Nancy Wieser presenti a Bruxelles un accordo di coalizione che consentirebbe a Berlino di sostenere un cosiddetto “meccanismo di crisi” per distribuire rifugiati e migranti nel blocco per evitare la sconfitta dell’Italia e di altri paesi di primo ingresso. Paesi.
I paesi stanno cercando di raggiungere un accordo sulla debole legge naturale dell’UE
Mercoledì, Weiser ha annunciato controlli alle frontiere con le vicine Polonia e Repubblica Ceca dopo che la Germania ha registrato un aumento di quasi l’80% delle richieste di asilo finora quest’anno, preoccupando la coalizione di governo di centrosinistra che si trova ad affrontare la sfida dell’estrema destra nelle elezioni locali. Elezioni in Baviera il mese prossimo.
Tali controlli all’interno di quella che normalmente dovrebbe essere una zona di viaggio aperta dell’UE evidenziano come le difficoltà nel trattare con le persone in fuga dalla guerra e dalla povertà in Medio Oriente, Africa e Asia meridionale mettono a dura prova la cooperazione all’interno del blocco.
L’Unione Europea ha messo in atto politiche anti-immigrazione più severe da quando più di un milione di persone sono arrivate sulle sue sponde meridionali nel 2015, sorprendendo il blocco ed esaurendo le capacità di sicurezza e accoglienza di paesi tra cui l’Italia.
Da allora i governi dei 27 membri hanno lottato per aggiornare le loro regole comuni in materia di asilo e migrazione – incluso un “meccanismo di crisi” – soprattutto perché vogliono controllare i loro elettorati in vista delle elezioni parlamentari pan-UE nel 2024.
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