Un nuovo centro per migranti è stato aperto a Sarajevo con un sostegno significativo dall’Italia per i minori non accompagnati e altre persone vulnerabili richiedenti asilo.
Un centro di accoglienza per minori e bambini non accompagnati è stato aperto a Sarajevo la scorsa settimana grazie alla collaborazione tra le autorità della Bosnia-Erzegovina e il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, la filiale svizzera della Caritas, la Caritas locale e altre organizzazioni internazionali.
Fa parte del progetto Broad-Balkan Route Assistenza in Transito, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e realizzato da attori chiave della società civile italiana come IPSIA-ACLI, la Caritas italiana e RED Italia. Attraverso.
Secondo gli organizzatori, l’IPSIA-ACLI italiana fornisce da tempo assistenza ai migranti in Bosnia-Erzegovina.
L’iniziativa è il risultato di molte sinergie
La cerimonia è stata aperta dall’Ambasciatore italiano Marco De Russa, sottolineando come il coordinamento tra le autorità locali, la comunità internazionale e le organizzazioni della società civile stia contribuendo ad allineare la Bosnia-Erzegovina agli standard dell’UE in questo settore e sulla traiettoria del Paese in generale. Adesione all’UE.
“Inoltre, questa iniziativa è solo l’ultima di una lunga serie di esempi di cooperazione italiana allo sviluppo e di presenza solida e dinamica della società civile italiana in Bosnia-Erzegovina. Importante per il Paese”, ha affermato Di Russa.
“L’Italia ha molte conoscenze, compresa una posizione normativa sul delicato tema della gestione e tutela dei minori non accompagnati”, ha aggiunto l’ambasciatore.
All’evento di apertura hanno partecipato la Capo Missione dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) Laura Lungarotti e la Direttrice dell’IPSIA-BiH Silvia Maron, che hanno sottolineato l’importanza sociale del centro e il “grande lavoro di squadra” che lo ha reso possibile.
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