Più di 600 nuovi immigrati sono arrivati ​​sull’isola italiana di Lampedusa in 24 ore

Negli ultimi giorni il clima più mite e le condizioni di luna piena sono state accolte con un aumento degli sforzi di insediamento nel Mediterraneo.

L’isola italiana di Lampedusa affronta una crisi poiché più di 600 migranti attraccano tra venerdì e sabato.

Solo sabato sono arrivate dieci barche con 430 persone, rispetto alle 247 di venerdì.

I viaggiatori provengono principalmente da Pakistan, Siria, Egitto, Ghana, Etiopia ed Eritrea.

Questi nuovi soccorsi arrivano dopo una nuova ondata di morti sulla costa italiana la scorsa settimana, che ha visto l’arrivo di quasi 3.000 persone in 48 ore solo a Lampedusa.

Nonostante i recenti sforzi per ridurre il sovraffollamento, si stima che il centro di accoglienza dell’isola stia funzionando al triplo della sua capacità.

La provincia locale e il governo italiano hanno organizzato per alcuni migranti a Porto Empedocle in Sicilia per una migliore assistenza. Il numero esatto non è ancora noto poiché l’identificazione dei nuovi arrivi è in corso.

Il ministero dell’Interno italiano afferma che nei primi quattro mesi del 2023 sono arrivate in Italia quattro volte più persone rispetto allo scorso anno: 40.856 rispetto alle 10.188 del 2022.

Intanto, domenica e martedì scorsi, a seguito di due distinte operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, la nave _GeoParents_ di Medici Senza Frontiere_ è riuscita ad attraccare al porto di La Spezia con 336 migranti e rifugiati a bordo.

Da quando l’estrema destra Giorgia Meloni è entrata in carica come primo ministro, l’ONG si è lamentata del fatto che le autorità italiane avevano riservato il porto più remoto quando un gran numero di passeggeri aveva bisogno di cure mediche.

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“Dopo questa difficile esperienza, i sopravvissuti devono ora essere adeguatamente curati e protetti. Auguriamo loro il meglio per il resto del loro viaggio. Secondo il diritto internazionale, è imperativo che atterrino in un luogo sicuro il prima possibile”. ha detto la ONG.

Secondo MSF, “la decisione di assegnare un porto remoto non tiene conto del benessere dei nuovi soccorsi” e non rispetta le linee guida internazionali sul trattamento delle persone soccorse in mare.

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