L’Italia ritarda il processo del sospetto di corruzione dell’UE per la richiesta di carcere belga

BRESCIA, 20 dic (Reuters) – Un tribunale italiano ha rinviato a gennaio l’udienza sull’estradizione alle autorità belghe di una seconda donna sospettata di coinvolgimento nello scandalo del Qatar che ha scosso il Parlamento europeo.

Una corte d’appello nella città settentrionale di Brescia ha dichiarato di voler esaminare una richiesta presentata dagli avvocati di Silvia Panceri, che ha sostenuto che le carceri belghe non dovrebbero essere estradate a causa del sovraffollamento.

Silvia Panzeri, 38 anni, è la figlia dell’ex parlamentare europeo Pierre Antonio Panzeri, ritenuto dai pubblici ministeri di Bruxelles uno degli attori chiave nelle accuse di corruzione.

Il caso sarà discusso di nuovo il 3 gennaio.

Lo stesso tribunale, con giudici diversi, lunedì ha autorizzato il trasferimento a Bruxelles di Maria Dolores Colleoni, moglie di Pier Antonio Panzeri e madre di Silvia.

Colleoni rimane in Italia e il suo avvocato, Nicola Coli, ha detto che farà appello contro l’estradizione alla più alta corte d’appello italiana, la Corte di Cassazione.

Colleoni e Silvia Panzeri sono agli arresti domiciliari nel nord Italia da più di una settimana, ai sensi di un mandato d’arresto europeo emesso dai giudici belgi.

Sono ricercati con l’accusa di “partecipazione ad organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e corruzione”.

I pubblici ministeri belgi sospettano l’eurodeputata greca Eva Kaili e altri di aver preso tangenti dal Qatar, che ospita la Coppa del Mondo, in uno dei più grandi scandali che ha colpito 27 paesi nel tentativo di influenzare il processo decisionale dell’UE.

Estratti del mandato d’arresto visti da Reuters affermano che Banzeri era sospettato di aver ricevuto pagamenti dal Qatar e dal Marocco per influenzare le persone che lavorano per il Parlamento europeo e che sua moglie e sua figlia erano a conoscenza delle attività.

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Le due donne si sono occupate del trasporto dei doni, mentre Panzeri e la moglie hanno utilizzato una carta di credito di una terza persona detta “Maperum”. Persona non identificata.

Il Qatar ha ribadito domenica di non essere coinvolto nello scandalo di corruzione dell’UE.

Non vi è stata alcuna reazione immediata a una richiesta di commento da parte del governo marocchino.

Relazione di Emilio Barodi; Scritto da Keith Weir; Montaggio di Arun Koiyur

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