La ricollocazione dei migranti non funzionerà, sottosegretario all’Interno – EURACTIV.com

Invece di un meccanismo di ricollocazione dei migranti, dovrebbero essere creati centri di ridistribuzione nei paesi terzi, e dovrebbero essere ammessi solo coloro che hanno il diritto di entrare in Europa, ha affermato Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno italiano.

Il meccanismo che prevede l’arrivo dei migranti in Italia e la loro ridistribuzione in altri Paesi europei trasforma l’Italia e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo in un hub dove tutti entrano e nessuno esce, ha sostenuto Molteni (LEGA/IT) in un’intervista. Con EURACTIV Italia.

“Questo è quello che vuole la Francia e sarà un fattore per attrarre nuova immigrazione”, ha aggiunto, liquidando l’accordo europeo su asilo e migrazione proposto dalla Commissione come “poco strutturato” per l’Italia.

Molteni ritiene che la soluzione sia creare hotspot sicuri direttamente in paesi terzi come Libia e Tunisia, dove i richiedenti asilo possano presentare domanda e arrivare in Europa attraverso i corridoi umanitari. Le persone non ammissibili, come i migranti economici, dovrebbero essere rimpatriate con assistenza nei loro paesi d’origine.

E’ quindi necessaria la collaborazione con i Paesi africani, che devono “combattere l’immigrazione clandestina e organizzare il rientro di chi non ha i requisiti per entrare in Europa”.

Tuttavia, molte organizzazioni umanitarie hanno condannato i maltrattamenti e gli abusi sui migranti nei “centri di accoglienza” libici.

«È innegabile che i centri libici debbano essere evacuati, e garantiti i diritti dei migranti», insiste Molteni, suggerendo che le organizzazioni umanitarie gestiscano gli hotspot per tutelare i diritti dei migranti.

Serve una “lotta ferrea contro l’immigrazione clandestina, quindi contro i trafficanti e gli scafisti, e per migliorare le procedure di ingresso legale come i canali umanitari”, insiste il sottosegretario, cosa che ad oggi fa solo l’Italia.

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Dal 1° gennaio 2022 al 25 novembre 2022 sono sbarcati in Italia 94.341 migranti, il triplo degli arrivi di due anni fa (35.543 nel 2020 e 62.215 nel 2021).

Oltre ai contrabbandieri e ai trafficanti, Frontex ha descritto le navi delle ONG che effettuano operazioni di salvataggio in mare come “fattori di attrazione”. Diverse inchieste mettono in discussione l’operato di navi battenti bandiera straniera, come la Norwegian Ocean Viking, oggetto di una crisi diplomatica tra Italia e Francia.

“Un Paese fortemente legittimato dal voto popolare e da un governo radicale non può lasciare le chiavi del varco del suo Paese a compagnie private straniere che interferiscono in acque SAR estere”, riferendosi all’Italia e al governo Meloni.

“Le ONG non salvano i naufragi ma trasportano i migranti”, ha aggiunto.

Per organizzare una risposta comune, il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi ha incontrato i suoi colleghi venerdì a Bruxelles in un vertice straordinario del Consiglio d’Europa per discutere della situazione attuale su tutte le rotte migratorie verso l’Europa.

Al termine del vertice, i ministri dell’UE hanno sottolineato l’importanza di concentrarsi su tutte le strade basate su un approccio globale e hanno riaffermato l’unità dell’UE nell’affrontare le sfide attuali e future.

“Dobbiamo continuare su questa strada. L’Italia finora è stata lasciata sola. Vogliamo vedere responsabilità, collaborazione e condivisione nelle scelte. L’Europa deve passare dalle parole ai fatti”, ha detto Molteni.

(Federica Pascale | EURACTIV.it)

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