MILANO (Reuters) – L’Antitrust italiano ha annunciato giovedì di aver chiuso un’indagine avviata lo scorso anno sui termini del franchising della catena di fast food americana McDonald’s nel Paese.
Il regolatore Agcm ha affermato che l’azienda si è impegnata a eliminare clausole contrattuali con le sue controllate italiane che potrebbero sollevare problemi di dipendenza economica e “che potrebbero portare ad adattare indebitamente il loro lavoro e ridurre, in modo ingiustificato, i loro margini di profitto”.
“L’autorità ha ritenuto che gli impegni proposti siano sufficienti per rimuovere i problemi di concorrenza legati al presunto abuso di dipendenza economica nelle procedure di apertura”, ha affermato l’autorità in una nota.
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A seguito dei reclami di tre operatori in franchising, nell’agosto 2021 l’organismo di vigilanza ha affermato che una serie di clausole pervasive e vincolanti in materia di prezzi, promozioni, scorte e forniture, appalti e gestione finanziaria, tra gli altri, potrebbero essere viste come elementi di comportamento abusivo. Leggi di più
Con la maggior parte dei suoi punti vendita gestiti da franchisee, il franchising è un importante modello di business per McDonald’s, che lo scorso anno ha generato 23,2 miliardi di dollari di entrate.
L’AGCM in precedenza aveva indicato che la società statunitense avrebbe potuto essere multata fino al 10% delle sue vendite globali se fosse stata giudicata colpevole di violazione delle norme antitrust italiane.
McDonald’s ha 640 ristoranti in Italia, gestiti principalmente in franchising da 140 licenziatari. Il sito web della società ha mostrato che ha 27.000 persone nel paese.
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(Reportage di Federico Maccioni; Montaggio di Julia Segretti e Jason Neely)
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