“Bisogna gestire l’Ucraina per evitare ripercussioni sul Mediterraneo” – Politica

ROMA – Il viceministro degli Esteri italiano Marina Sereni ha dichiarato martedì che “se non gestiamo le ripercussioni del conflitto russo-ucraino sulla regione mediterranea, rischiamo di facilitare la secessione dei Paesi a noi vicini e di pagare le conseguenze della crescita economica e instabilità geopolitica”. Nel corso di un’audizione per la Commissione Affari Esteri della Camera, Sereni ha parlato del quadro geopolitico del Mediterraneo, sottolineando che “le conseguenze del conflitto ucraino sono particolarmente sentite nei paesi nordafricani, Tunisia e Libia in particolare, ma hanno cominciato a diffondersi. Successivamente , soprattutto in Libano e in Iraq, con l’aumento dei prezzi dei generi alimentari”.

“L’Italia è chiamata a compiere uno sforzo importante per mantenere alto l’interesse sul Mediterraneo: a livello di Unione Europea, promuovendo con il suo vicino meridionale la zona di sviluppo e prosperità; a livello di NATO, continuando a sottolineare l’importanza , per la sicurezza collettiva, delle sfide sul versante sud e, in generale, a livello multilaterale”, ha affermato Cereni.

“Ricordo, ad esempio, il Dialogo Mediterraneo che abbiamo organizzato e presieduto mercoledì scorso, con l’obiettivo di far fronte alla grave crisi alimentare, che ha ripercussioni per molti Paesi del Mediterraneo e dell’Africa a seguito del conflitto russo-ucraino, ” insistette.

“Come sappiamo, Ucraina e Russia sono storicamente i più importanti fornitori di grano nella regione e l’aumento dei prezzi dell’energia, anche se pochi possono trarne vantaggio, portano a un’inflazione che rallenta la ripresa dopo la pandemia”, ha spiegato il viceministro.

“La presenza della Russia in Libia e Siria e la sua crescente penetrazione nella regione del Sahel sono due fattori che turbano e destabilizzano l’intera regione. Vi sono altri elementi cruciali, tra gli altri, attraverso lo stallo del processo di pace israelo-palestinese e il massiccio crisi finanziaria in Libano, Paese importante per gli equilibri regionali”, ha sottolineato Sereni.

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Il viceministro ha sottolineato che “stabilità e sicurezza nel Mediterraneo sono due obiettivi prioritari della politica estera italiana”. “Il nostro approccio è sempre stato basato sulla profonda interdipendenza dei vari teatri del Mediterraneo, compreso il Sahel. Il nostro perno, non solo geografico, nel Mediterraneo ci richiede sempre più di essere la spina dorsale delle relazioni dell’Ue con i partner della regione sia attraverso questioni europee o per motivare l’Europa a fornire sicurezza nelle sue varie dimensioni”.

“A settembre 2020 – ricorda Sereni – abbiamo contribuito a definire la nuova agenda per il Mediterraneo nell’Unione Europea. Al centro c’è l’idea di un ‘patrimonio europeo comune’.

Mi riferisco in particolare a quelle risorse, sia fisiche che immateriali, condivise da Paesi e comunità della regione, la cui partecipazione può innescare un circolo virtuoso di investimenti e creazione di ricchezza”, tra cui risorse energetiche, transizione verde, blue economy e gestione di flussi migratori Il Viceministro ha sottolineato che “la strada punta a favorire una gestione congiunta dei ‘beni comuni del Mediterraneo’ per lo sviluppo sostenibile dell’intera regione”. Ha aggiunto: “L’Italia è sempre stata promotrice in ambito europeo di un approccio, basato sulla promozione di un’agenda positiva che ribalta l’equazione tradizionale e presenta il Mar Mediterraneo non solo come un luogo di instabilità, minacce e frammentazione, ma anche e in particolare come uno spazio con straordinarie potenzialità di cooperazione e opportunità per beneficiarne insieme .”

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