Grazie al progetto appena approvato, i nomadi digitali fuori dall’UE possono facilmente rimanere in Italia.
Il mese scorso i legislatori in Italia hanno approvato un piano per il rilascio dei visti ai nomadi digitali che vogliono venire a lavorare nel Paese. La notizia coincide con l’iniziativa pianificata dal governo di investire 1 1 miliardo in aree remote del paese per attirare professionisti globali.
Cosa sta cambiando?
Attualmente gli extracomunitari possono soggiornare in Italia fino a 90 giorni senza visto. Il nuovo permesso consentirà ai lavoratori fuori sede provenienti da fuori assemblea di rimanere in Italia fino a un anno, con possibilità di proroga.
Il governo italiano definisce i nomadi digitali come nuove regole:
I cittadini di paesi terzi possono lavorare a distanza per lavoro autonomo o per impresa, compresi coloro che svolgono attività lavorative altamente qualificate utilizzando strumenti tecnologici, compresi coloro che non risiedono nel territorio dello Stato italiano.
Inoltre Luca Carabetta – deputato del Movimento 5 Stelle e massimo sostenitore del visto nomade digitale – “ha bisogno di [such a] Il telelavoratore è una sistemazione adeguata, un reddito adeguato, un’assicurazione sanitaria e una fedina penale pulita.
Resta inteso che prima che la legge possa essere attuata, devono essere stabiliti criteri chiari in merito alle definizioni di “lavoro altamente qualificato” e “reddito adeguato”.
Dove altro possono essere rilasciati visti nomadi digitali?
L’Italia non è il primo membro dell’UE a introdurre il visto nomade digitale. Programmi simili sono già stati attuati in Ungheria, Romania, Repubblica ceca, Malta, Croazia, Francia, Germania, Estonia, Portogallo e Grecia. I permessi si stanno rivelando efficaci poiché i paesi raccolgono i benefici che i “lavoratori” apportano alle loro economie.
Non è ancora chiaro quando l’Italia inizierà a rilasciare nuovi visti.
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