Un documento pubblicato dalla lobby industriale italiana ha mostrato lunedì che le nuove regole per supervisionare la costruzione di reti mobili 5G in Italia rischiano di creare burocrazia per le società di telecomunicazioni mentre si sforzano di modernizzare le loro reti.
Roma, nel rafforzare il suo “potere d’oro”, il mese scorso ha approvato il decreto 03-18 che richiede alle società di telecomunicazioni di presentare notifiche dettagliate su base annuale sui piani per lo sviluppo dell’infrastruttura 5G.
Secondo le nuove regole, Roma richiede ai vettori di includere nei loro piani annuali dettagli specifici di qualsiasi attrezzatura da utilizzare per costruire reti 5G, indipendentemente dalla sua origine e prima di effettuare un acquisto.
Il gruppo di lobby del settore Asstel ha affermato in un documento visto da Reuters che le aziende non saranno in grado di soddisfare le richieste del governo per chiarire aspetti tecnici specifici nella fase di programmazione degli appalti.
“Qualsiasi sospensione della revisione annuale del piano, legata alla mancanza di informazioni che non erano disponibili per le aziende quando è stato preparato, creerebbe una situazione di stallo, con una significativa estensione dei tempi di approvazione”, ha affermato Astell.
L’Italia segue da vicino gli acquisti di beni e servizi relativi al 5G da parte delle società di telecomunicazioni dal 2019, quando ha imposto l’impegno a notificare i contratti che coinvolgono fornitori al di fuori dell’Unione Europea.
Questa legislazione mirava principalmente a limitare l’uso delle apparecchiature dei venditori cinesi tra problemi di sicurezza, senza emettere un divieto assoluto.
(Reportage di Elvira Paulina; Montaggio di Ed Osmond)
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