Italia: quattro persone sono state arrestate per aver rilasciato permessi oro falso a immigrati

La polizia ha arrestato quattro persone ad Agrijento, nel sud Italia. Sono accusati di fornire documenti falsi agli immigrati, che hanno permesso loro di ottenere un permesso di soggiorno.

Gli inquirenti hanno reso noto lunedì (17 gennaio) che quattro sospetti sono stati arrestati a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza nella città siciliana di Agrigento.

I quattro sono stati accusati di aver commesso un reato a sostegno dell’immigrazione clandestina.

Altre 4 persone sarebbero sotto inchiesta.

Chi sono i quattro sospetti?

La polizia ha detto che i quattro sospetti arrestati erano un contabile locale, un imprenditore e due cittadini senegalesi. Gli inquirenti lo accusano di essere un contabile Dirige una società di consulenza finanziaria e presta servizio come consulente per diversi sindacati ad Agrigando. Ha guidato l’azione. L’imprenditore sarebbe agli arresti domiciliari.

Gli investigatori sostengono che il commercialista ha presentato dichiarazioni dei redditi e bilanci con dati errati per gli stranieri che richiedono un permesso di soggiorno. Li ha istruiti su come compilare fatture e ricevute per abbinare i dati relativi a spese e entrate inclusi nei loro bilanci falsi.

Secondo gli inquirenti, i due sospetti senegalesi avrebbero agito da intermediari con i membri della loro comunità ad Aguirre. Si dice che uno di loro abbia emesso contratti di affitto falsi.

L’imprenditore è stato accusato di aver fornito una fattura non valida su richiesta del contabile.

I dettagli dell’indagine

La polizia ha perquisito diverse case e uffici di consulenza e ha sequestrato documenti considerati importanti per le indagini, hanno affermato gli investigatori. Su richiesta dei pm della città siciliana, sono stati emessi mandati di cattura nei confronti di un GIP di Palermo.

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L’indagine sulla presunta falsificazione di documenti è stata svolta dalla Guardia di Finanza di Agrijento in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione presso la Questura della città. Secondo gli inquirenti, avrebbero utilizzato le informazioni ottenute dalla banca dati delle intercettazioni e della polizia fiscale.

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